Style Council: “Confessions of a Pop Group”, 1988

Ultimo “effettivo” album degli Style Council, non considerando l’esperienza all’epoca inedita dell’album di genere house-garage rifiutato dalla casa discografica (e per me fece bene…) poi per inserito nel fantastico box definitivo.

“Confessions of a Pop Group” del 1988 è il canto del cigno di un gruppo memorabile e di un disco che è un capolavoro, forse a metà, con un lato A troppo bello e “instant classic”, al netto di una b-side modaiola, anche se molto fresca,divertente e di qualità, ma troppo diversa volutamente dalle altre canzoni incluse nell’album. I primi 5 brani dimostrano lo spessore incredibile di un Paul Weller ancora nemmeno trentenne (li compirà un mese prima dell’uscita del disco) e di una maturità impressionante: padrone nella partitura, fu capace di tirar fuori una classe che, ancor oggi viene celebrata e osannata da chi crede nella “buona musica”, quella che ti faceva veramente spendere soldi, tempo e apprezzamenti, senza rimpiangere di essere in un decennio che stava già mostrando musicalmente i segni di un imbarbarimento qualitativo, dopo i clamori della prima fulgida metà degli anni ’80. “Confessions” invece, non ha tempo (almeno nella prima parte, come già scritto) essendo sospeso fra ciò che rese famosi TSC (un po’ jazzy, un po’ pop e, ora anche orchestrali) rendendoli unici nel panorama della musica inglese riflessa ovunque. Riascoltarli in una serata d’estate, come in un gelido inverno accoccolati di fronte ad un caminetto fa sempre bene, offrendo emozioni e la certezza di essere rimasti quelli di un tempo, proprio come Paul Weller. Perchè con la buona musica, non si sbaglia mai.
Attendiamo Weller ancora al confessionale!
Pino Morelli

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